Simone Guaragno

Un posto per chi crede ancora che nella vita contino le emozioni vere, quelle che nascono nelle parti più intime del cuore e non muoiono mai

01 Febbraio
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IL CUORE DI POLISTIROLO

“Emozione”. Vi siete mai chiesti qual è il significato di questa parola così tanto usata e, forse, abusata?
Ebbene “emozione” viene dal latino e, come un po’ si intuisce, simboleggia l’atto del “muovere” o, meglio ancora, smuovere. Insomma, lo scuotere profondamente qualcosa che viene da dentro per portarla fuori.
Dunque, se ho ben capito, sembra che il termine ci indichi di mostrare l’agitazione del nostro intimo in tutta la sua forza e lasciare libero questo fiume in piena.
Come mai, allora, tanti chiudono questo bacino d’acqua rendendolo un lago chiuso da angusti argini? Perché ci crogioliamo ponendoci come esseri indistruttibili senza moti d’animo? Qual è il senso di negarci la libertà di “muovere” le emozioni per donarle agli altri e, invece, tenerle dentro?
Stiamo contravvenendo al senso originario della parola per ingabbiare uno dei regali più grandi che abbiamo dalla nascita: “emozionarci”.
Viene forse chiesto a un gabbiano di non usare le ali? Si è mai visto un pesce che non usa le pinne? La natura ha creato i fiori rimproverandoli se sbocciano?
L’essere umano dovrebbe impegnarsi a salvaguardare il patrimonio del suo spirito perché è la natura che gliel’ha offerto ed è un elemento vitale che lo caratterizza.
Qualche giorno fa, camminando per strada, mi sono soffermato a osservare le persone intorno a me: una giovane mamma che, da lontano, guarda amorevole il suo piccolo bimbo che compie i primi passi nella vita; uno studente, appoggiato al palo, con il viso preoccupato per il suo prossimo esame; una ragazzina che corre con il volto rigato da poche lacrime perché la sua prima delusione d’amore ha prosciugato il suo cuore; più in là, un vecchietto saggio riflette su qualche suo vecchio ricordo o magari ripensa a una vita che avrebbe voluto diversa; un uomo d’affari sgrida, con atteggiamento superiore, la sua giovane segretaria che era appena uscita a fotocopiare un documento sbagliato; un tipo che fischietta felice senza conoscere i motivi; infine, eccoli lì, quel gruppo di gente col volto imperturbabile di cui non riesco a leggere le emozioni, questi esseri che hanno deciso di murare il loro cuore impacchettandolo con una balla di polistirolo formato gigante.
Quanto è scomodo rompere quei piccoli pallini apparentemente tanto fragili eppur tanto resistenti. Mi sembra di scavare nei loro cuori strappando l’involucro bianco come facevo da piccolino per scartare un bel regalino elettronico imballato al fine di non rischiare la rottura. Tento di grattare per tirar via il rumoroso contenitore bloccato da migliaia di strati espansi invalicabili. Niente da fare!!!
Esisteranno sempre esseri umani che hanno perso, a lungo, l’energia per smuovere quei sentimenti. Noterò, ancora, quell’apatia selvaggia che accomuna individui atterriti dalla vita e incapaci di rialzarsi.
Chi sta arrivando? Cos’è questo schiamazzo?
Passano alcuni bambini che giocano sorridendo. I miei occhi si riempiono di nuovi pensieri.
Tante volte perdiamo questa capacità di mantenere l’allegria un po’ ingenua di quando i problemi ancora non ci toccavano pienamente. Forse il recupero di quei valori eterni di fanciullezza incosciente ci permetterà di essere più puri e smettere di rinchiudere il cuore nelle prigioni dell’ipocrisia verso se stessi.
Negli occhi di quei bambini non ho visto paura di piangere o ridere, non ho scalfito colonne di fumo nebbioso a coprire il loro spirito, non ho percepito di dover scavare muri di fango indurito dal tempo delle amarezze. Vi è sofferenza e gioia, indignazione e soddisfazione, delusione e commozione, ecc…, ossia un’ampia massa di emozioni d’ogni tipo, il simbolo di un animo davvero senza catene.
In quei momenti, torna in me la speranza di osservare quel lago chiuso sfociare impetuoso verso spazi fluviali ampi, di vivere una natura dove ogni elemento svolge la sua funzione, di distruggere le piccole palline bianche per toccare finalmente le zone più profonde di ognuno…finalmente sarà libero il cuore di polistirolo.

Scritta in SETTEMBRE 2011

 

One Response to “IL CUORE DI POLISTIROLO”

  1. Annunziata Caso ha detto:

    stupenda definizione cuore di polistirolo …
    ed e vero che oggi le persone si sono dimenticati di vivere in libera come fanciulli
    solo se sapremo rivivere emozioni come bambini riusciremo a vivere con più libertà le nostre emozioni … molto veritiera.

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